Quanto vale davvero il tuo tempo, la tua energia, la tua libertà?
A volte guardo il mio stipendio o le opportunità che mi si presentano e mi viene spontaneo pensare che quello sia il mio valore. Poi, mi fermo a riflettere e capisco che quella cifra è solo un etichetta, una convenzione, un modo di misurare in maniera troppo limitata quello che ho dentro e che posso realmente offrire. È qualcosa che sento come erano i voti a scuola, misurano qualcosa di specifico - una performance ad una verifica - ma non ti dicono nulla su ciò che c’è dietro.
È come cercare di capire l’altezza di una montagna usando una cartina: qualcosa ti dice, certo, ma non ti fa veramente cogliere la sua grandezza.
Negli ultimi tempi ho iniziato a chiedermi: “Quanto vale davvero il mio tempo? A cosa voglio dedicarlo?” Ho capito che la cifra che ho in mente non deve rappresentare il mio obiettivo finale, ma il modo in cui scelgo dove investire le mie energie. Perché il tempo è la risorsa più preziosa che ho, e ogni ora trascorsa in attività o con persone che non mi valorizzano è un’ora rubata alla mia crescita, alla mia creatività, alla mia libertà.
Non si tratta di far ruotare tutta la vita intorno al denaro: dietro questa prospettiva c’è il desiderio di esprimere ciò che sono e sento. Se ho in me un potenziale creativo, umano, affettivo, voglio usarlo per realizzare qualcosa che mi rappresenti davvero. Quando lascio che sia solo “il mercato” a definirmi, finisco per accontentarmi di relazioni che mi mortificano o di situazioni lavorative che non sanno valorizzare il mio contributo.
“Beh, almeno ho uno stipendio”, potrei pensare. Ma la verità è che quello stipendio non basta più, non per “i soldi” ma per ciò che rappresenta, perché non è in grado di contenere tutta la mia voglia di crescere e sperimentare.
Ed è qui che il concetto di valore orario rappresenta davvero qualcosa: un nuovo strumento di misurazione. Per comprenderlo davvero, bisogna prima distinguere tra prezzo e costo, tra guadagno e valore.
Partiamo da un punto fondamentale: la mia salute fisica e il mio benessere mentale sono la priorità assoluta. Prima del denaro, prima delle relazioni, prima della mia famiglia.
In quest’ottica, se scelgo abitualmente di mangiare cibo spazzatura o fast food “perché è veloce e costa poco”, sto ragionando solo sul prezzo. Ma il costo reale di quella scelta è molto più alto: un pezzettino della mia salute. E, visto che per me la salute è il bene più prezioso, quel costo è altissimo.
Non posso permettermelo.
Il valore orario non è semplicemente il tuo stipendio o la tariffa professionale, ma un principio guida che aiuta a stabilire priorità e a decidere dove investire tempo, energie e risorse.
Ho conosciuto questo concetto grazie a Naval Ravikant, e l’ho fatto mio, adattandolo alla mia vita. Il valore orario è un valore non un guadagno, non è il valore che il mercato mi attribuisce. È la somma di quello che posso “generare” con le mie conoscenze, network e capacità, unite al fatto che non tutto ha un prezzo o guadagno oggettivamente misurabile, ma che devo tenere in considerazione. In questo modo quindi materializzo un valore personale.
Se mi attribuisco 10€/h è ovvio che avrò un modo di misurare il mio tempo che è strettamente legato alla dimensione economica e lavorativa. Ma il mio tempo vale molto di più. Ecco perché la mia base di partenza è stata in passato 500€/h, ed oggi posso dire che è 2000€/h, probabilmente sottostimata.
Questo valore non si limita all’aspetto economico, ma diventa un criterio per capire quanto il mio tempo meriti di essere speso solo in ciò che genera crescita, felicità e libertà.
In quest’ottica, posso lavorare non solo per materializzarlo, ma anche per aumentarlo.
Proprio come si fa con le azioni di un’azienda: si investe, si cresce, si rivaluta.
Stabilire un alto valore del proprio tempo significa imparare a dire no:
- a progetti che non mi fanno evolvere
- a lavori che non riconoscono il mio contributo
- a situazioni che limitano la mia espressione
Il valore orario è una dichiarazione di intenzione: su quanto vuoi crescere, su quanto credi nel tuo potenziale, su cosa sei disposto a rifiutare.
Circondarsi di persone e contesti che riconoscono e amplificano il mio potenziale è fondamentale. Il “no” diventa uno strumento di protezione del mio tempo, delle mie energie, delle mie risorse, per concentrarmi su ciò che mi fa crescere davvero.
L’obiettivo non è scambiare tempo per denaro, bensì costruire sistemi, progetti, prodotti, relazioni e abitudini che mi restituiscano valore. In sintesi, una vita che valorizza il mio potenziale e accresce il mio valore orario.
Questo modo di pensare mi ha portato a considerare il fallimento sotto una luce diversa: se investo tempo e sforzi in un progetto che poi non funziona, non tornerei al punto di partenza. Avrei guadagnato consapevolezze, competenze, nuove prospettive. Ed il valore delle lezioni apprese può superare i “costi” del fallimento. E se dovessi ricominciare da zero, forse dovrei rimboccarmi le maniche, anche partendo da lavori più umili, ma lo farei con l’idea di costruire ancora, sempre. A differenza di prima, saprei cosa non ripetere, e continuerei ad andare avanti, perché non ho più paura di cadere: so che so rialzarmi. Conosco il mio valore.
Ma non sono solo il lavoro e il denaro a meritare questo cambio di mentalità.
Come dicevo prima, lo stesso principio vale anche per le relazioni: per troppo tempo ho permesso a rapporti superficiali o circostanze sbagliate di assorbire le mie migliori energie. Ora credo che ogni volta che assecondo una situazione in cui non posso esprimermi per quello che sono, perdo qualcosa di vitale. Siamo esseri in continua espansione, e tutte le volte che ci “riduciamo” per adattarci, ci togliamo un pezzo di libertà.
Ed è proprio la libertà ciò che sta alla base di quest’idea: non vendere il tuo tempo al prezzo di mercato, ma decidi tu quanto vale. Decidi tu con chi vuoi stare e a cosa vuoi lavorare. Non è immediato, e spesso capita di sentirsi strani o inadeguati, perché c’è una pressione intorno che ti chiede di conformarti, di seguire le “regole del mondo”. Ma se hai dentro la voglia di creare qualcosa di tuo, di far vedere il tuo potenziale, di portare il tuo contributo originale nel mondo, non lasciarla passare in sordina. Il mondo ne ha bisogno.
Il tuo valore non è ciò che guadagni, è ciò che scegli di costruire con ciò che sei
“Vali più di quello che pensi” non è una frase fatta, ma un promemoria quotidiano.
Ogni scelta, ogni “no” pronunciato con fermezza a situazioni che ci sminuiscono, ogni “si” a ciò che ci fa crescere diventa un passo in più verso la consapevolezza di ciò che veramente siamo capaci di fare e di dare.
Perché alla fine, il valore che hai non si nasconde nel tuo stipendio o nel giudizio degli altri: si rivela tutte le volte che ti concedi il lusso di vivere, e lavorare, in modo autentico.
E lì, in quello spazio di autenticità, scoprirai di poter valere molto più di quello che credevi.
Data pubblicazione: 11 giugno 2025
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