Project Catalyst: il mio modo di costruire un ponte tra scienza, storie e sistemi
Project Catalyst: il mio modo di costruire un ponte tra scienza, storie e sistemi

Project Catalyst: il mio modo di costruire un ponte tra scienza, storie e sistemi

ID
22
Date
Nov 6, 2025
Tags
Diario
Sto costruendo qualcosa che non so bene dove porterà, ma so che deve esistere

Il punto di partenza: quando tutto sembra disconnesso

Negli ultimi anni ho attraversato mondi diversi: laboratori, progetti ambientali, innovazione digitale, storytelling visivo.
Ogni volta mi sembrava di cambiare strada e oggi scopro che in realtà stavo solo cercando un linguaggio comune tra tutti questi mondi.
C'è un momento in cui ti rendi conto che il tuo percorso non è caotico: è complesso, e la complessità non va risolta, va orchestrata.
Project Catalyst nasce da qui, dal bisogno di unire ciò che so fare e ciò che voglio servire.

Il problema: troppe idee, pochi ponti

E no, non parlo solo di me e di quel database di 200 idee di prodotto che voglio validare, centinaia di esperimenti in laboratorio da sviluppare, decine di posti da esplorare e migliaia di storie da raccontare.
Parlo del mondo là fuori. Ci sono progetti solidi che non decollano. Non perché manchino di competenza tecnica o passione, ma perché manca il passaggio successivo. Quel momento in cui la ricerca diventa comunicabile, i dati diventano decisioni, le idee diventano sistemi che funzionano da soli.
Ho visto team di ricerca con risultati importanti che nessuno capisce fuori dal laboratorio. Ho visto progetti ambientali sul campo che restano invisibili perché nessuno li ha raccontati. Ho visto innovatori con soluzioni brillanti che non sanno come presentarle a chi potrebbe finanziarle o implementarle.
Ogni progetto ha bisogno di risorse diverse. Ogni progetto ha un team diverso. Ogni progetto richiede competenze e specialisti diversi. Ogni progetto parla una lingua diversa: quella dei tecnici, dei ricercatori, dei comunicatori, dei finanziatori. E troppe storie che potrebbero cambiare il mondo restano invisibili solo perché mancano di un ponte tra chi le crea e chi le deve capire.
Il problema non è mai solo tecnico. È sempre un mix di comunicazione, struttura, fiducia, chiarezza. E questi problemi hanno una caratteristica comune: non bastano più competenze, serve qualcuno che sappia metterle in relazione.
Io ho deciso che il mio mestiere è provare a costruire quel ponte.

La visione: catalizzare, non solo gestire

Non sono un chimico, non sono un project manager, non sono un comunicatore, non sono un facilitatore. Sono un Project Catalyst: qualcuno che entra nei sistemi per accelerare ciò che ha valore.
Questo è il territorio dove voglio lavorare. Non perché sia l'unico a poterlo fare, ma perché so che posso portare un valore aggiunto grazie alla mia capacità di unire discipline e al mio modo di vedere il mondo.
Traduco complessità in chiarezza, disconnessione in direzione, idee in impatto.
Mi interessa meno gestire un progetto perfetto, e più far accadere qualcosa che prima non esisteva.

Il percorso che mi ha formato (senza volerlo)

Chimica all'università perché volevo capire come funziona la materia. Vendite e marketing come lavori per qualche soldo durante gli studi, scoprendo che spiegare bene è difficile quanto fare bene. Progetti sul campo in America Latina perché volevo vedere problemi reali, non simulazioni. Challenge di innovazione con grandi sfide perché mi interessa il momento in cui l'idea incontra il vincolo.
Non ho pianificato questo percorso. L'ho attraversato seguendo la curiosità e cercando di essere utile dove potevo. Solo negli ultimi mesi ho capito che tutti questi pezzi formano un set di competenze coerente. Non sono un chimico che fa un po' di comunicazione. Non sono un comunicatore che capisce un po' di scienza. Non sono uno che organizza un progetto e che sa parlare bene. Sono qualcuno che sta esattamente nell'intersezione e che può tradurre linguaggi tra mondi diversi. Questo è il mio territorio, unito a una visione per il mare e la voglia di stare al caldo.

Il gesto: iniziare, anche senza sapere dove porterà

Oggi Project Catalyst è solo un seme.
Non so ancora dove crescerà, né quante persone, storie, mondi incontrerò lungo il cammino.
Ma so che deve esistere.
Perché il mondo ha bisogno di storie che spiegano la scienza, di sistemi che danno forma alle idee, e di persone che scelgono di non restare in disparte ma di creare connessioni.
E io, semplicemente, sto iniziando.
Un progetto personale in costruzione.
Un ponte tra la complessità che vedo e la chiarezza che il mondo merita.
 
 
 
 
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