Inizia: sul coraggio dell'imperfezione
Inizia: sul coraggio dell'imperfezione

Inizia: sul coraggio dell'imperfezione

ID
19
Date
Nov 2, 2025
Tags
Diario
C'è un momento, in Inizia, in cui la camera inquadra una parete piena di post-it. Centinaia di post-it. Ogni uno è un'idea, un progetto, un dubbio. E poi la mano che lascia cadere una pallina da tennis e inizia a lavorare.
Quella scena l'ho girata in una sera. Cinque, sei ore dal concept alla realizzazione. Ma la storia dietro quel momento viene da settimane molto più complicate.

Quando il fallimento diventa rumore

Tutto parte da un progetto cancellato. Un'opportunità importante che svanisce e con lei qualcosa dentro di me che si incrina. Non era solo la perdita del progetto: quello l'avevo messo in conto. Era il modo in cui questa cosa mi ha colpito. Giornate intere passate a giudicarmi per qualcosa che, razionalmente, sapevo non dipendere interamente da me.
Avevo fatto del mio meglio. Avevo provato. Eppure quel fallimento esterno era diventato la prova di un fallimento interiore.
Così ho iniziato a fare quello che faccio sempre quando qualcosa non va: raccogliere idee. Reagire. Produrre. Ogni pensiero su un post-it. Ogni progetto su una colonna. Ogni dubbio su una nota da cancellare. La fila cresceva, ma non succedeva niente.
Lavoro sempre su tantissime dimensioni contemporaneamente: il sito, Explore, i reel, le storie, l'aiuto in azienda. Ma questa volta era diverso. Non stavo lavorando: stavo accumulando per evitare di guardare in faccia la realtà. Nessuna di quelle idee sembrava abbastanza.
Non so che cavolo fare. È fallito un altro progetto. Ci sono troppe opzioni. Forse devo studiare qualcosa di nuovo. Tornare all'università. Trovarmi un lavoro più tranquillo. Una nuova idea. Magari quello, sì, magari.
Il dialogo interno era sempre lo stesso. E poi, a un certo punto, mi sono fermato.
 
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La sovrastruttura che crolla

Mi sono reso conto che tutto questo era solo rumore. Rumore di paura.
Paura di fallire un nuovo progetto. Paura di uscire in pubblico. Paura di dire a me stesso: sai cosa? Fallo, cazzo. Fottitene della paura, del giudizio, di cosa penserà la gente.
Ero bloccato in un contesto dove non volevo stare, e tutto questo era una sovrastruttura: una costruzione fragile che a un certo punto o crollava da sola o mi faceva crollare insieme a lei.
Ho deciso di farla crollare io. Di prendere il martello e sfondare il muro.
Nell'ultima settimana ho pubblicato Le storie che restano, con tantissima paura, con l'inizio di tutta la parte di storytelling personale che voglio coltivare. E poi ho realizzato Inizia. Non perché fosse perfetto. Perché sentivo il bisogno di mettere quella cosa a terra. Di trasformare quel rumore in un'azione concreta, in una storia che potesse dire: lascia cadere la pallina e inizia.
Come ogni storia che racconto, raramente non è prima un racconto per me stesso.

Il passo successivo

Mi viene in mente quella volta che scalai il vulcano de Fuego in Guatemala. Stavo uscendo da un'intossicazione alimentare, il corpo mi urlava di tornare indietro. La cima era lontana. Sette ore di salita per vedere un'eruzione che avrei potuto guardare da youtube.
Ma ho detto no. Non mi interessa se ci arrivo. Faccio un passo alla volta.
Questo è quello che Inizia prova a raccontare in 35 secondi. Non la destinazione. Il primo passo. Quello che fai quando smetti di pensare e cominci.
Il mondo non ha bisogno di un'altra persona in grado di stare in ufficio a far rispettare “le regole”. Ha bisogno di me, nella mia versione migliore. Non del Pietro che sta lì e non sa cosa fare. Del Pietro che è in grado di prendere quella piccola spinta e agire in maniera dubbiosa. Della versione di me che è in grado di smuovere persone, idee, team, per provare a realizzare qualcosa di stupido ma con la potenzialità di avere un impatto.
 
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Il mondo ha bisogno di te, della versione imperfetta che oggi è in grado di mettere un piede là fuori e fare qualcosa di nuovo.

L'invito

Inizia è un invito. A me stesso e a chiunque senta di avere dentro qualcosa da esprimere, da portare al mondo. Che sia arte, scienza, innovazione, impatto. Che sia nelle relazioni, nella quotidianità, in qualsiasi momento.
Non permettere alla paura, all'incertezza, al dubbio, alle tante-tantissime idee di bloccarti.
Inizia in maniera imperfetta. Qualsiasi cosa. Qualsiasi.
Così come Explore è iniziato imperfetto. Così come Project Catalyst è iniziato imperfetto. Così come questo post, così come quel reel girato in una sera.
 
Forse è proprio la voglia di fare qualcosa pur non sapendo come andrà quello che serve.

Un breve reel cinematografico sul blocco creativo e il momento in cui decidi di agire.
 
 
 
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