…e una lezione più grande sulla creatività.
Qualche giorno fa avevo un’idea semplice: provare a costruire un sito personale partendo da Notion. Niente di serio, niente da pubblicare (forse), solo un esperimento.
Volevo esplorare e capire come funzionano i Notion Sites, testare Super.so e altri tool esterni, vedere come si integra e si modifica lo stile dei blocchi markdown e giocare con un’interfaccia minimale ma funzionale. L’obiettivo era muovermi, provare, imparare.
Poi, qualcosa è cambiato.
Quasi senza accorgermene, mi sono ritrovato a passare un’ora e mezza per scegliere “l’icona giusta”. Poi il font. Poi i colori. Poi quel pensiero fastidioso:
“E se qualcuno lo vedesse davvero?”
E così ho spostato tutto nel cestino, chiuso il PC e sono tornato a fare qualcosa che sapevo già fare.
Lì ho capito che non stavo più esplorando.
Stavo cercando di non sbagliare. Di creare qualcosa di perfetto, ma che in realtà non doveva esserlo.
Perfezionismo travestito da cura
C’è una sottile linea tra la cura dei dettagli e il perfezionismo. E spesso, almeno nel mio caso, me ne rendo conto solo dopo che ho oltrepassato quel confine.
Il perfezionismo, non è tanto l’arte del “fare le cose bene”, ma una forma di difesa contro la vulnerabilità. È la voce che ti dice che non puoi permetterti di sbagliare, perché il tuo valore dipende da quanto perfetto sarà ciò che fai. Da come gli altri ti vedranno. Da quanti errori non noteranno.
E così, finisce che non costruiamo. Non pubblichiamo. Non finiamo. E soprattutto: non impariamo.
Ma imparare richiede errori, test imperfetti, versioni brutte ma vere.
Quando il perfezionismo diventa anti-esplorazione
La mia intenzione era semplice: fare un test per vedere e capire come funzionano certi strumenti. Ma dento quest’intezione si è insinuata una convinzione subdola e invisibile, e cioè che anche il solo esperimento dovesse sembrare già finito. Pronto. Giusto.
Eppure, il bello degli esperimenti è proprio che essi sono imperfetti per natura. Fatti per sperimentare, capire e imparare attraverso gli errori. E questo non vale solo in laboratorio.
Questa pagina Notion - quella su cui sto scrivendo ora - viene proprio da quella che avevo buttato nel cestino. L’ho recuperata, risistemata, riaperta con un’altra intenzione: non farne un sito perfetto, ma un esperimento reale.
Niente fronzoli. Solo tre sezioni:
- una home semplice
- un luogo per scrivere e condividere
- un CV digitalizzato, perché dai, fa più figo di un foglio di carta
E ora che è online…?
Non è perfetto, non è completo, ma è mio. Ed è proprio questo il punto.
Questo piccolo sito personale è la mia nuova palestra: uno spazio in cui provare, documentare, fallire, migliorare.
Un angolo mio, dove posso sedimentare idee e storie, prima che diventino qualcos’altro.
Data pubblicazione: 9 giugno 2025
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