due settimane al fianco dei volontari per proteggere un nido di Caretta caretta a Campomarino Lido
Comunicazione ambientale
Volontariato
Storytelling visivo
📒 Dentro l’esperienza
Ero a casa al mare da un paio di giorni. Una sera scopro del nido perché mia madre me lo racconta. Sono andato sulla spiaggia solo con la fotocamera, per curiosità e per scattare qualche foto al nido. Ho finito per restare fino a notte fonda a parlare con i volontari. La sera dopo ho iniziato a dare una mano: niente di scritto, solo il mio entusiasmo, la voglia di aiutare e un approccio diretto che mi hanno fatto sentire subito parte del gruppo. Così, poco a poco, mi sono infiltrato nel presidio: coprendo i turni di notte e di giorno, scattando foto, raccontando il nido ai passanti, cercando di restituire voce a quella sabbia silenziosa. A un certo punto mi è venuta un’idea: costruire una pagina web per raccontare il progetto. In quattro ore avevo messo online una prima versione, senza chiedere permessi, e da lì è nata una collaborazione ufficiosa anche sul piano digitale. Nel frattempo, ho vissuto i momenti più intensi: la prima ispezione, il 7 settembre all’alba, quando dal nido è emersa l’unica tartarughina che avrebbe raggiunto il mare; e l’ispezione finale, il 13 settembre, quando abbiamo scavato fino in fondo e capito che non ce n’erano altre. Non è stato il finale che speravamo, ma ogni notte di attesa, ogni sorriso stanco dei volontari, ogni racconto ai bambini ha reso quell’esperienza un piccolo atto di resistenza e un grande esercizio di memoria.
💡 Impatto e riflessioni
Questo progetto è stato per me una palestra di comunicazione ambientale, un esercizio di collaborazione con realtà locali e un’occasione per trasformare web design, fotografia e storytelling in strumenti di impatto.